I mazzi standard

Tarocco bolognese

Semi: italiani
Carte: 62
Figure: intere, speculari
Onori: interi, speculari


Lista dei mazzi di carte nel museo 7bello


Descrizione


Il Tarocco Bolognese 1 da 62 carte, con figure e onori a disegni interi Sylvia Mann, All cards on the table, n. 212, pag. 39 × fino al 1770 circa, quando furono sostituite dalle figure speculari.

È il più antico mazzo da tarocchi ancora stampato poiché i primi esemplari risalgono al XV secolo; ne sono noti duefogli di quel periodo conservati nella Rothschild Collection al Louvre e all'École des beaux arts, sempre a Parigi. Questi due mazzi variano, rispetto al disegno attuale,solo la figura del Diavolo 2.

Fu il primo mazzo da tarocchi ad avere le figure speculari e l'ultimo adintrodurre la numerazione per gli onori, anche se quella di questo mazzo è una numerazione insolita. Nel XVI secolo le carte vennero ridotte da 78 a 62, con l'eliminazione dei numerali dal 2 al 5; per il ridotto numero di carte è detto anche Tarocchino.

I semi hanno un disegno abbastanza particolare e sono esattamente speculari, salvo due. L'asso di denari ha una decorazione di foglie asimmetrica e il nome del fabbricante. La Ruota della fortuna ha le due figure, quella che sale e quella che scende, che sono differenti. Grazie a Marco Trinei che mi ha segnalato il particolare che mi era sfuggito.

Le carte di spade, salvo il due, hanno spade con doppia punta e nelle carte con valore dispari la spada centrale assomiglia a un bastone o una spada con elsa ad entrambe le estremità. Nell'asso la spada è curiosamente ricurva, con due teste da rapace sulle punte. Nei bastoni il seme dispari ha un pomolo a ogni estremità.

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Carte caratteristiche sono i quattro Mori che sostituirono i classici Imperatore, Imperatrice, Papa e Papessa 3 nel 1725 per ordine delle autorità di Roma sotto il papato di Benedetto XIII 4  5. Devono il loro nome attuale al fatto che in origine queste 4 figure erano di carnagione scura, anche se questa caratteristica non è più evidente nei mazzi moderni.

L'Eremita ha le ali e una colonna alle spalle e la Morte è a cavallo, come negli antichi tarocchi ferraresi.
Gli onori con la Luna e il Sole hanno le immagini simili a quelle del tarocco Vieville e del tarocco belga o fiammingo.

Tarocco bolognese n. 88, Teodomiro Dal Negro, 1974 Come già detto fu l'ultimo mazzo ad adottare la numerazione degli onori, nel1760 circa, ed essa è diversa dallo standard. Inizia dall'Amore, che ha il numero 5, e prosegue fino alla Stella, che porta il 16.

Alcuni onori hanno nomi particolari in dialetto: l'Eremita è detto anche Anzlazz (angelaccio, dispregiativo di angelo) per le ali nel disegno, l'Amore è l'Anzlèn (angioletto, piccolo angelo) per il Cupido raffigurato, il Matto e il Bagatto sono detti i cuntadùr (contatori), la Luna e il Sole sono i rassi (rossi), la serie degli onori maggiori, composta da Luna, Sole, Mondo e Angelo, è detta la granda (la grande).
Bagatto, Mondo, Angelo e Matto sono le uniche carte chiamate tarùch (tarocchi).

Nei mazzi stampati da Dal Negro sono inserite due carte con la scritta "La matta" che non vengono utilizzate per il gioco.

Le figure ed i numerali sono identici a quelli della Primiera Bolognese, salvo il re di coppe che ha sei semi nel Tarocco e solo quattro nella Primiera. Alcunefigure hanno baffi e/o barba in uno soltanto dei due mazzi. Inoltre nel Tarocco la corona del re di coppe mantiene la calotta centrale mentre il fante di bastoni non ha la corona che invece si nota nelle carte da Primiera.

Tarocco

Un mazzo di Cassini e Salvotti è nellacollezione di Andrea Piovesan Cassini e Salvotti, 1883-1914, Figure × Cassini e Salvotti, 1883-1914, Onori × .



  1. IPCS sheet 11 (ex IT-2) ↩︎

  2. I primi stampatori, sito web Accademia del Tarocchino Bolognese www.tarocchinobolognese.it ↩︎

  3. Il diavolo e la contessa, sito web Accademia del Tarocchino Bolognese www.tarocchinobolognese.it ↩︎

  4. Michael Dummett, Il mondo e l'angelo, pag. 232 ↩︎

  5. I papi diventan mori, sito web Accademia del Tarocchino Bolognese www.tarocchinobolognese.it ↩︎