I mazzi standard
Nazione: Italia
In Italia i semi latini sono chiamati ori (dallo spagnolo oros) o denari (dal francese denièrs), coppe, bastoni e spade e i semi francesi cuori, quadri, fiori e picche.
In tutti i mazzi le figure sono il fante e il re: la figura intermedia è la donna per i semi francesi e il cavallo per quelli latini. I tarocchi e le minchiate hanno entrambe queste figure.
La donna, nel mazzo di carte Milanesi o Lombarde con indici, porta la scritta "Regina"
, ma i giocatori la chiamano donna.Il joker, è chiamato comunemente jolly o, con termine più italico, matta.
In un mazzo da pocher (sic!) di Piatnik con bollo del 1928 quando il regime fascista proibiva l'utilizzo di termini stranieri, l'ho trovato chiamato pagliaccetto (con "joker" scritto tra parentesi altrimenti nessuno avrebbe capito di cosa si trattava).
Evidentemente anche le scritte sulle carte erano controllate dal cosiddetto MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare) o da un altro ente preposto alla purezza dell'italico idioma. Non è chiaro cosa possano essere i "doppi angoli rotondi grevi" citati sulla confezione riprodotta a sinistra.
Nel dubbio sul comportamento più adeguato la Masenghini in un suo mazzo del 1941 (con i semi fiori e picche "abbelliti") ha dato al joker il nome della maschera che vi è raffigurata.
Sempre a proposito della salvaguardia dell'italiano, ho trovato confezioni stampate nel periodo fascista dove il bridge è diventato Ponte, traduzione letterale del termine usato nella "perfida Albione" (come era definita allora la Gran Bretagna).Quelli illustrati sono due mazzi della Dal Negro: quello a sinistra con bollo del 1938 porta appunto la scritta "ponte", mentre quello a destra, con bollo del 1947, porta la scritta "brigge". Evidentemente la lunga astinenza dall'uso del termine inglese aveva fatto dimenticare il termine corretto.
Un altro mazzo dello stesso fabbricante (1939, ultimo a destra) porta i termini inglesi, contando forse sulla disattenzione della censura ministeriale.
Su una scatola
il poker diventava invece Pokerino, visto anche il formato mignon delle carte. Evidentemente il fabbricante non sapeva come tradurre il termine (sul vocabolario aveva sì trovato "attizzatoio", ma non aveva osato tradurlo in tal modo) e nel nome aveva lasciato la poco italica K.A causa delle molte dominazioni straniere subite nel corso dei secoli e della frammentazione in molteplici stati fino a tempi relativamente recenti, i mazzi in uso in Italia sono numerosi e vari, sia come disegni che come semi.
Vengono usati dai giocatori della nostra penisola mazzi standard con semi italiani, spagnoli, portoghesi, francesi e tedeschi, cioè tutti i sistemi occidentali di semi conosciuti, esclusi solo i semi svizzeri.
Sono attualmente in produzione 16 mazzi regionali, 3 mazzi da tarocchi e 1 mazzo per il Cuccu, per un totale di 20. Un numero che rende l'Italia la nazione con più mazzi standard attualmente in vendita, il paradiso del collezionista che voglia fare acquisti.
La storia e la classificazione dei mazzi standard italiani è comunque tuttora piuttosto dibattuta ed è in atto un approfondito studio da parte degli studiosi anche della Associazione 7bello al fine di una revisione.
Alcuni mazzi sono utilizzati in una zona limitata, mentre altri hanno una diffusione maggiore.
Nel 1917, in concomitanza con l'istituzione di un Monopolio di stato per la fabbricazione delle carte da gioco, la direzione generale delle Privative tentò di arrivare a un unico disegno standard per tutta l'Italia. A questo scopo vennero contattati i fabbricanti italiani "per un'intesa circa la riduzione e unificazione dei vari tipi in commercio". Ma questo si scontrava con la consolidata abitudine dei giocatori al mazzo locale, fatto di cui i commercianti erano ben consci. Per questo decisero di continuare la produzione dei i differenti mazzi diffusi in Italia, nonostante la lettera del Monopolio in cui si leggeva che "la riduzione e specializzazione dei tipi è certamente uno dei provvedimenti che più si impongono al nuovo Monopolio" 1.
I mazzi standard italiani di solito non hanno gli indici, salvo quelli usati nelle Tre Venezie, le carte Sarde e i tarocchi. Esistono in commercio anche carte Milanesi o Lombarde con gli indici; sono usate principalmente in Canton Ticino (Svizzera) dove il mazzo è chiamato Tresette dal nome di un diffuso gioco.
Dal 1862 al 1972 fu apposto il bollo sulle carte da gioco, sull'asso di denari per le carte a semi latini o di cuori per quelle a semi francesi. Unici mazzi ad avere il bollo su un'altra carta erano il mazzo Trentine, che lo aveva sul re di denari, e quello delle Salisburghesi usato nell'Alto Adige, dove veniva apposto sull'otto di campanelli. Questo perché il Trentino-Alto Adige non era parte dell'Italia ma dell'Austria nel 1862, quando fu promulgata la legge istitutiva del bollo per il Regno d'Italia. Nel 1918 queste regioni passarono all'Italia, ma i bolli su questi due mazzi restarono dov'erano. Il tarocco Siciliano non aveva l'asso di denari e questa carta fu obbligatoriamente introdotta nel mazzo solo per potervi apporre il bollo, ma quasi mai è usata per il gioco.
I mazzi a semi italiani delle Triestine, Bresciane e Bergamasche hanno molte caratteristiche in comune, avendo tutti come antenate le carte Veneziane. Si usano nei territori che erano sotto il dominio della repubblica di Venezia.
In questi mazzi i semi nelle carte numerali sono dipinti con i colori primari, rosso, giallo e blu, ma cambia la disposizione dei colori nei vari mazzi, come si vede dalla tavola riepilogativa dei semi latini delle carte regionali italiane.
Le carte Triestine, essendosi evolute dalle Veneziane in epoca molto recente, sono quelle che più hanno mantenuto la disposizione dei colori del mazzo originale, mentre gli altri mazzi hanno avuto più tempo a disposizione per diversificarsi nella colorazione.
Bergamasche e Bresciane si differenziano dalle carte in uso nelle Tre Venezie per avere i bastoni a disegno speculare, mentre in Trevisane, Trentine moderne e Triestine le due estremità del bastone hanno disegni lievemente differenti, anche se non sempre i fabbricanti rispettano questa caratteristica.
Inoltre nei mazzi lombardi nel tre di spade il seme centrale attraversa una corona, e nel due di denari appare una decorazione floreale a S intorno ai due semi. Queste caratteristiche si riscontrano anche nelle carte Trentine fino alla metà del secolo scorso, da cui i due mazzi emigrati in Lombardia derivano, ma sono scomparse nelle carte attualmente in vendita.
Le carte a semi spagnoli sono un retaggio di tale dominazione nella nostra penisola.
L'aquila che appare sull'asso di denari in diversi mazzi deriva dal disegno di vecchi mazzi spagnoli, in cui come seme dell'asso di denari veniva raffigurata una moneta con lo stemma di Spagna, retto dall'aquila di san Giovanni.
Il rapace fu successivamente disegnato fuori dal seme diventando la figura principale nel disegno. Le carte dell'illustrazione
risalgono alla metà e fine del XVII secolo e agli inizi del XVIII.
Quanto ai mazzi da tarocchi, sono sempre più raramente usati per il gioco e in aree sempre più ristrette.
Questo tipo di carte nacque in Italia verso il 1430, probabilmente alle corti di Ferrara o Milano come già spiegato nel capitolo dedicato alla storia dei tarocchi. Il tarocco ferrarese emigrò a Bologna dove è ancora oggi utilizzato per il gioco, mentre quello di Milano alla fine del XV secolo emigrò in Francia e in Italia fu dimenticato. Dalla Francia ritornò in Piemonte e successivamente in Lombardia solo secoli dopo.
Tipologie
Tipo | Semi | Carte | Figure | Onori |
---|---|---|---|---|
Carte bergamasche | italiani | 40 | speculari | |
Carte bresciane | italiani | 52 | intere | |
Carte fiorentine | francesi | 40, 52 | intere | |
Carte genovesi | francesi | 36, 40, 52 | speculari | |
Carte milanesi | francesi | 40, 52 | speculari | |
Carte milanesi arcaiche | francesi | 40, 52 | intere, speculari | |
Carte napoletane | spagnoli | 40 | intere | |
Carte nuoresi | francesi | 40 | speculari | |
Carte piacentine | spagnoli | 40 | intere, speculari | |
Carte piemontesi | francesi | 36, 40, 52 | intere, speculari | |
Carte romagnole | spagnoli | 40 | intere | |
Carte salisburghesi | tedeschi | 24, 36, 40 | intere | |
Carte sarde | spagnoli | 40 | intere | |
Carte siciliane | spagnoli | 40 | intere | |
Carte toscane | francesi | 40, 52 | intere | |
Carte trentine | italiani | 36, 40, 52 | intere | |
Carte trevisane | italiani | 40, 52 | intere, speculari | |
Carte triestine | italiani | 40, 52 | speculari | |
Carte venete | italiani | 40, 52 | intere, speculari | |
Carte viterbesi | spagnoli | 40 | intere | |
Cuccù | 38, 40 | intere | ||
Minchiate | italiani | 97 | intere | interi |
Primiera bolognese | italiani | 40 | speculari | |
Tarocchino milanese | italiani | 54, 78 | intere, speculari | interi, speculari |
Tarocchino milanese Della Rocca | italiani | 78 | intere | interi |
Tarocco bolognese | italiani | 62 | intere, speculari | interi, speculari |
Tarocco piemontese | italiani | 54, 78 | intere, speculari | interi, speculari |
Tarocco piemontese Della Rocca | italiani | 78 | speculari | interi |
Tarocco siciliano | portoghesi | 63, 64 | intere | interi |
In corsivo le tipologie non più prodotte.